Fu la prima donna ad attraversare le Alpi in aliante e l’unica a ricevere la Croce di Ferro di prima classe conferitale personalmente da Hitler. Hanna Reitsch, pilota collaudatrice, ha incarnato, al pari di Amalia Earhart, quel desiderio tipico di “essere oltre e altrove”. Nonostante risulti politicamente molto scorretta e “non conforme” per il mainstream.
Hanna Reitsch è figura leggendaria anche in Germania dove ancora risulta difficile fare i conti con la barbarie nazista. Hanna Reitsch, piaccia o non piaccia, resta una tra le più grandi aviatrici con cui la storia si è confrontata.
Nata in una famiglia alto borghese (la madre proveniva dalla piccola aristocrazia austriaca di fede cattolica), Hanna Reitsch nel corso della sua intesa vita collezionerà diverse decorazioni e numerosi riconoscimenti. Verrà nominata capitano per la sua “feconda” attività di collaudatrice di velivoli civili e militari e per la conquista di diversi record mondiali, in particolare nel volo a vela.
Fu collaudatrice dello Junkers Ju 87 “Stuka”, del Dornier Do 17 e del primo elicottero pilotabile, il Focke-Achgelis Fa 61. Quando la Germania entra nella realtà de “La Caduta”, Hanna Reitsch proporrà a Hitler la costituzione di squadriglie di kamikaze tedeschi. Si proporrà anche come pilota collaudatrice per una versione dotata di cabina di pilotaggio della bomba volante V1-e, altresì chiamata Reicherberg.
Hanna Reitsch, l’incontro con Hitler
Siamo nell’aprile del 1945. Hanna Reitsch, consapevole del destino che ormai spetta alla Germania, atterra, con il suo Fieseler Fi 156 Storch nel centro di Berlino, che sta per cadere in mano ai sovietici e raggiunge Adolf Hitler nel bunker insieme al generale Robert Ritter von Greim. Il Führer lo vuole come nuovo capo della Luftwaffe.
La Reitsch tenta inutilmente di convincere Hitler a farsi trarre in salvo e cerca almeno di farsi affidare i sei figli di Joseph Goebbels. Anche in questa occasione dimostrerà tutta la sua leggendaria abilità di pilota atterrando in una strada ricolma di macerie e rottami. Durante la visita della Reitsch, Hitler apprenderà la notizia dell’uccisione di Mussolini e dei fatti di Piazzale Loreto. Tutto sta per avere il suo compimento, la fine del Reich è ad un passo, la “caduta” imminente.
Dopo la guerra
Dopo la fine della guerra, e dopo essere stata trattenuta in prigionia diciotto mesi da parte degli Alleati per essere interrogata, Hanna Reitsch continua a volare, partecipando a gare internazionali di volo a vela, conquistando medaglie e nuovi record.
Invitata da Indira Gandhi e Nehru, visita l’India nel 1959 e vi fonda una scuola di aviazione. Nel 1961 visita gli Stati Uniti d’America, invitata dal presidente John Fitzgerald Kennedy. Nel 1962 si trasferisce per quattro anni in Ghana, su invito del presidente Kwame Nkrumah, dove fdà vita ad una scuola di volo a vela. La scuola era comandata da J. E. S. de Graft-Hayford e accoglieva diversi alianti, tra i quali dei doppi (Schleicher K7, Slingsby T.21 e un Bergfalk) e dei singoli (Schleicher K8). Muore a Francoforte sul Meno nel 1979 per un infarto dovuto a un’insufficienza cardiaca acuta.
Riconoscimenti e medaglie
Nel 1952 si qualifica terza nei campionati mondiali di volo a vela tenutisi in Spagna, l’unica donna a partecipare. Nel 1955 conquista il record femminile di altezza nel volo a vela (6848 m). Conquista due volte il record femminile di distanza di volo a vela, nel 1976 (715 km) e nel 1979 (802 km), volando lungo la catena montuosa degli Appalachi, negli Stati Uniti d’America. Sarà la prima donna ad attraversare le Alpi in aliante.
A tutti questi riconoscimenti bisogna aggiungere la Croce di Ferro di prima classe (nel marzo del 1941 aveva ottenuto la Croce di Ferro di seconda classe) conferitale da Hitler in persona. Anche in questo caso sarà l’unica donna a ricevere questa onorificenza. “Stavo sconfinando in un dominio esclusivamente maschile e sentivo che il ricevere l’incarico di un compito patriottico di tale importanza e responsabilità, era un onore più grande di quello conferito da qualsiasi titolo o decorazione”. La decorazione le verrà personalizzata in diamanti e oro.
Volare, la mia vita
Nel 1951 scrive il primo di quattro libri, un’autobiografia dal titolo Fliegen mein Leben. Volare, la mia vita (Italia Storica) di Hanna Reitsch a cura di Andrea Lombardi ripercorre tutti i passi compiuti dalla pilota collaudatrice. Un’infanzia trascorsa con il naso all’insù, “finché (quel piacere) non si trasformò in una profonda, insistente nostalgia, un desiderio che mi accompagnava ovunque e mai poteva essere placato”. La stessa nostalgia che ha animato tanti esseri umani col desiderio di proiettarsi “oltre”, e sperimentare quella luce e quell’azzurro, narratori di chissà quali ultraterrene speranze.